Di Fabio – Il 29 aprile 1990 non è una semplice data nel calendario: è una pietra miliare nella storia di Napoli e della sua squadra. Quel giorno, in un San Paolo infuocato d’amore, il Napoli batté la Lazio 1-0, grazie al gol decisivo di Marco Baroni, e si laureò Campione d’Italia per la seconda volta.
Il match si sbloccò subito, al 7° minuto: un tocco geniale di Diego Armando Maradona, un cross preciso e la perfetta incornata di Baroni. Il resto è storia: un popolo intero in festa, un urlo liberatorio che salì dalla curva al cielo, colorato dai fumogeni azzurri.
Maradona: anima e genio del Napoli
Anche senza andare a segno, Maradona fu l’anima della squadra. La sua visione, il carisma e la leadership furono determinanti per un gruppo che, guidato da Alberto Bigon e costruito dal presidente Corrado Ferlaino, seppe tenere testa a uno dei Milan più forti della storia, quello di Sacchi, Van Basten, Gullit e Rijkaard.
Il campionato 1989-90 fu una lotta serrata, con il Napoli che resistette a ogni difficoltà, mantenendo la testa della classifica e chiudendo la stagione con una prova di maturità e classe.
Una stagione da leggenda
16 gol per Diego in quella stagione, arricchita poi dalla conquista della Coppa UEFA poche settimane dopo. Il secondo scudetto fu il coronamento di un decennio irripetibile per la squadra e per la città. Un periodo d’oro che regalò ai tifosi emozioni irripetibili e pagine leggendarie di calcio.
Una festa lunga una notte… e una vita
La notte del 29 aprile 1990, Napoli esplose in una festa infinita. Le strade, le piazze, i vicoli si trasformarono in un unico grande abbraccio azzurro. Quell’impresa è rimasta impressa nella memoria collettiva, simbolo di orgoglio, riscatto e passione.
Ancora oggi, quel trionfo è un faro per intere generazioni di tifosi, un ricordo che unisce chi c’era e chi lo ha solo sognato.