Il Castel dell’Ovo
Di GMPhotos – Il Castel dell’Ovo è il castello più antico della città di Napoli ed è una delle bellezze architettoniche che maggiormente è possibile ammirare nel panorama del golfo, questo si trova tra il quartiere San Ferdinando e Chiaia. L’origine del suo nome sembra essere dovuta ad un antica leggenda che vede protagonista il poeta latino Virgilio, il quale avrebbe nascosto nelle fondamenta del castello un uovo magico, in grado di reggere l’intero peso della fortezza: la sua rottura avrebbe però provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città.
Durante il XIV secolo, al tempo di Giovanna I, il castello subì ingenti danni a causa del crollo parziale dell’arco sul quale era poggiato e, per evitare che tra la popolazione si diffondesse il panico per le presunte future catastrofi che avrebbero colpito la città, la regina dovette giurare di aver sostituito l’uovo. Questa leggenda in realtà è legata al fatto che il poeta amasse a tal punto Napoli da trascorrervi molto del suo tempo diventando un personaggio noto ai partenopei, i quali da sempre amanti di credenze popolari, gli attribuirono un ruolo di mago che lui mai smentì.
La leggenda dell’uovo in realtà però risale a molto tempo prima della presenza di Virgilio ed era stata esclusivamente un modo colorito per spiegare come il castello si fosse guadagnato quell’appellativo, il quale era dovuto semplicemente al fatto che Ruggiero I Normanno lo edificò su rovine preesistenti, donandogli una forma ovulare. Gli archivisti napoletani dell’ottocento erano delle figure molto rinomate per la loro bravura e furono proprio loro a testimoniare che il nome del castello non aveva a che fare con alcun uovo, ma era legato unicamente alla sua forma.
Uno degli illustri abitanti che ricordiamo, quando parliamo della storia secolare del castello, è Lucio Licinio Lucullo, il quale dimorò nella fortezza comprendendone da subito il valore e rendendola luogo di incontri filosofici e letterari, ma anche di feste molto appariscenti dove era solito dar sfoggio ad eccessi, da qui deriva infatti l’aggettivo “luculliano”; la villa era sede anche di allevamenti di murene, alberi di pesco e ciliegi. Più volte saccheggiata in epoca angioina e aragonese venne ristrutturato ritornando al suo tipico aspetto normanno. Dal V al X secolo, la villa divenne poi un eremo per monaci basiliani: essi adottarono la regola benedettina e idearono lo scriptorium, anche grazie alle immense opere bibliotecarie lasciate in eredità dallo stesso Lucullo, quando venne adibita a fortezza in seguito all’arrivo dei saraceni abbandonarono la struttura e si rifugiarono a Pizzofalcone.
Il castello venne fortificato ancora una volta sotto il regno di Costanza d’Altavilla e in questo periodo il maniero divenne anche una prigione di stato oltre che una reggia. Ulteriori ricostruzioni ebbero luogo per volere di Alfonso V d’Aragona, il quale fece ripristinare il molo, potenziare la difesa abbassando le torri e in generale, donando maggiore ricchezza al palazzo reale. L’ultimo re Aragonese fu spodestato dalla Spagna; successivamente le torri furono danneggiate e ricostruite ancora una volta, per apparire come le vediamo oggi: a forma ottagonale, con le mura rese più spesse e resistenti e con le strutture difensive orientate verso il basso e non verso il mare.
Dal XVIII secolo Castel dell’Ovo smise di essere definitivamente la sede dei reali e fu adibito esclusivamente ad avamposto militare, ad accantonamento e a prigione; successivamente all’Unita d’Italia il castello rimase in uno stato di abbandono fino ai restauri che ebbero luogo nel 1975. Tornando alla storia recente e alla sua attuale collocazione, il Castel dell’Ovo giace su un isolotto composto da tufo, chiamato di Megaride e secondo la leggenda, fu in questo pezzo di terra che approdò la sirena Partenope, colei che diede il primo omonimo nome all’antica Napoli, fondata dai greci cumani intorno al VIII secolo a.C. Lo scoglio con porticciolo turistico è attualmente famoso con il nome di Borgo Marinari ed è molto amato dai napoletani e non solo soprattutto quando d’estate la brezza marina attenua il caldo e concede una bella passeggiata ai visitatori grazie alla presenza di ristoranti e locali tipici. Borgo Marinari è collegato alla terraferma da un ponte che lo lega esattamente al lungomare di Napoli, in via Partenope.
Oggi Castel dell’Ovo è visitabile e fa parte del rione di Santa Lucia: al suo interno, nelle bellissime sale si svolgono meeting e mostre di grande interesse. Dalla sommità della struttura è possibile ammirare gli storici cannoni e un panorama unico.
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Napoli
Campania
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Italy