Di Fabio – Questa tradizione ha origini pagane ed è legata al culto di Priapo, dio della fertilità; il luogo sacro dove si svolgevano i rituali era la Crypta Neapolitana, conosciuta anche come Grotta di Posillipo, una lunga galleria che collegava la città alla vicina Pozzuoli. E’ situata a pochi passi dallo scenografico lungomare di via Caracciolo ed è conosciuta anche perché al suo interno oggi sono custodite le tombe di Virgilio e Leopardi.
Col passare dei secoli, le antiche credenze furono sostituite da quelle cristiane tanto che, quando si diffuse il culto della Vergine Maria, al posto del tempio di Priapo, fu costruita una cappella in onore della Madonna dell’Idria. Una leggenda narra che, all’inizio del 1300, Maria apparve a 3 religiosi e chiese loro di erigere una Chiesa vicino alla Grotta: la devozione era così profonda che subito si iniziò ad edificarla. Un prezioso contributo fu dato anche dei pescatori di Mergellina: da allora il legame che unisce gli uomini di mare e la Regina del Cielo è inscindibile. Si racconta anche che, nel punto dove erano in corso i lavori di scavo venne rinvenuta una statua della Madonna, la stessa che tutt’ora è posizionata sul trono sovrastante l’altare del santuario.
Il nuovo luogo di culto divenne sempre più un centro spirituale e meta di pellegrinaggio: in particolare era usanza giungere qui la notte tra il 7 e l’8 settembre, giorno della nascita della Madre di Dio. Persone semplici ed umili e illustri personaggi: nel corso del tempo nessuno voleva mancare all’appuntamento in segno di venerazione. Imponenti erano le parate militari che portavano in corteo i regnanti e i potenti dell’epoca per un saluto ai piedi dell’effige sacra: da ricordare, per il loro notevole valore simbolico, le visite di Garibaldi, del Papa Pio IX e del futuro Pontefice Giovanni XXIII.
Molti giungevano a Napoli anche dai paesi vicini a bordo di carretti adornati a festa sui quali trasportavano strumenti musicali. Ed è forse questa l’origine dei più famosi carri allegorici, veri e propri capolavori di cartapesta che esprimevano ironia e fantasia: nei giorni della festa, in epoca più recente, sfilavano tra folle di napoletani in tripudio. Anche la musica ha giocato un ruolo importante: inizialmente le melodie erano improvvisate dal popolo con piccole orchestrine, ma col tempo si sviluppò anche questo settore. L’anno di svolta fu il 1835 con la creazione di un vero festival canoro: tra i capolavori più conosciuti in questo contesto vi è il brano “Te voglio bene assaje”.
Poi, poco alla volta, le cose sono cambiate e l’aspetto materialistico ha lasciato posto a quello più spirituale: preghiere e canti si fondono in una particolare tecnica che unisce fede e arte, in un’unione che rende ancor oggi affascinante e amata questa sacra ricorrenza. I festeggiamenti prevedono numerosi eventi nell’arco di una settimana che si concentrano principalmente nella Chiesa di Piedigrotta e nel quartiere. In realtà essi prendono il via già nel mese di luglio: infatti, nei nove sabati che precedono l’8 settembre, molti fedeli si ritrovano all’alba innanzi alla Chiesa di Sant’Anna alla Torretta e insieme, dopo aver percorso alcune centinaia di metri, raggiungono la Basilica, intonando antichi inni e litanie in dialetto.
La mattina dell’ultimo dei 9 sabati c’è il tradizionale volo degli uccellini, una pratica che richiama la statua della Madonna raffigurata con un bambino in braccio: non a caso, su un dito di Gesù Bambino è appoggiato proprio uno di questi animali. All’imbrunire dello stesso giorno si celebra la Messa sull’arenile di Mergellina: decisamente emozionante è il momento in cui dal mare arriva, seguito da un corteo di barche, un quadro raffigurante Maria il quale, una volta a terra, viene portato a spalle lungo le vie, tra ali di una folla trepidante, fino a Piedigrotta.
In suffragio agli artisti napoletani, il giorno seguente si officia la “Messa degli artisti”, oggi animata dagli uomini di spettacolo e dai pescatori. Il 7 sera i fedeli si radunano per gli auguri alla Vergine in occasione della sua natività; tra canti, preghiere e momenti di riflessione, una processione nelle strade conduce i devoti fino alla Basilica dove si aspetta la mezzanotte recitando un antico rosario in napoletano.
Altro appuntamento da non perdere è la “Serenata alla Madonna” che si svolge il 10 settembre; scritta dall’artista Benedetto Casillo nel 1983, è giunta alla 40esima edizione e vede la partecipazione di grandi artisti, dei pescatori e di sbandieratori. Questa è una rappresentazione teatrale e musicale nel corso della quale si ricordano storie, leggende e personaggi che hanno reso popolare la festa.
Nel pomeriggio del 9 da piazza Torretta parte la sfilata dei vestitini di carta, un’allegra e vivace manifestazione animata da bambini e intere famiglie che termina in Chiesa ai piedi dell’altare. Qui l’atmosfera giocosa e informale lascia il posto alle solenni liturgie per il nome di Maria alla presenza del Cardinale di Napoli. L’8 (Solennità della natività della Beata Vergine Maria) ed il 12 settembre (festa del santo nome di Maria) si svolgeranno eventi strettamente religiosi come la supplica alla Madonna, Messe e Rosari.
Questi ed altri eventi caratterizzano e animano le strade in questo periodo. Ma va ricordato anche un evento straordinario che si ripete una sola volta ogni 50 anni: l’antica processione a mare proprio della statua della Vergine in occasione dei centenari della fondazione del luogo di culto, dell’incoronazione della stessa statua o in ricorrenza di avvenimenti particolari come, ad esempio, è capitato per la fine della II guerra mondiale e del Giubileo del 2000.
Quest’anno, invece, sono previste 4 serate itineranti dal titolo “Quann’era Piererotta. La tradizione” in 4 chiese differenti per ricordare la grande festa di Piedigrotta: il 4 settembre nella chiesa dell’Ascensione a Chiaia, il 5 nella chiesa di Santa Maria della Mercede, il 6 nella basilica di Santa Maria degli Angeli e il 7 nella chiesa di Santa Maria della Consolazione a Villanova. Eventi tutti programmati per le ore 19.
Da un paio di anni diversi cittadini hanno deciso di esporre alle finestre delle proprie abitazioni festoni colorati e lampioncini proprio come simbolo della Festa di Piedigrotta. Un po’ come accadeva tanti anni fa. Una tradizione che ha profonde radici.